Era Ischia l'isola dei Feaci? 10° Comunicato sulle Giornate Elleniche di Pithekoussai
In attesa delle
Giornate Elleniche di Pithekoussai
Venerdì 30 settembre - Domenica 2 ottobre 2016
Lacco Ameno - Ischia
"Il viaggio e il nostos"...
Dopo aver
raccontato della coppa di Nestore, che reca la prima e più antica epigrafe in
lingua greca fino ad oggi rinvenuta ed è conservata qui, nel museo di Lacco
Ameno… non possiamo tacere di un’altra storia, che colloca Ischia, apparentemente
così marginale e lontana rispetto alla Grecia continentale, nel cuore stesso
della storia e della cultura ellenica…
Pochi sanno,
infatti, che, per antica leggenda, l’isola dei Feaci, dove Nausicaa soccorse
Odisseo, fu Ischia; che i “Feaci” furono i “Fenici”, che abitarono questa terra
prima dei greci ed insieme ad essi; e che, quindi, gran parte dell’antico Poema
si svolse qui, alla corte di Alcinoo, dove
Odisseo raccontò il tormentato viaggio di ritorno da Troia….
Una leggenda, certo…
ma nel 1906, a Parigi, Philippe Champault pubblica un’opera intitolata “Phéniciens et
Grecs d'après l'Odyssée. Etude géographique, historique et sociale par une
nouvelle méthode”, in cui dimostra analiticamente questa tesi… e
dopo di lui Ciro Scotti, Giovanni
Verde ed altri la fanno propria…
Ci piace aderire a
questa ipotesi e darne una prova per così dire “plastica”.
A largo di Punta
Imperatore, a Forio, c’è un grande scoglio chiamato “la nave”: è il vascello
che Alcinoo mise a disposizione di Odisseo per accompagnarlo a casa; ma che Poseidone,
per vendicare il figlio Polifemo, trasformò in pietra, prima che, di ritorno da
Itaca, riuscisse ad entrare in rada…
E chi sa,
continuando in questo volo della fantasia, se l’Odissea, che è metafora del periglioso
viaggio dei Greci verso l’occidente, e che l’Aedo cantò qui, nella reggia di
Alcinoo, non fu anche scritta qui, in caratteri fenici… senza i quali è molto
probabile che noi moderni mai l’avremmo conosciuta…
L'Odissea, metafora del viaggio, metafora del ritorno, metafora della vita...
L'Odissea, metafora del viaggio, metafora del ritorno, metafora della vita...
ἄνδρα μοι ἔννεπε, μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ
πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν·
πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,
πολλὰ δ᾽ ὅ γ᾽ ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν,
ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων.
ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὣς ἑτάρους ἐρρύσατο, ἱέμενός περ·
αὐτῶν γὰρ σφετέρῃσιν ἀτασθαλίῃσιν ὄλοντο,
νήπιοι, οἳ κατὰ βοῦς Ὑπερίονος Ἠελίοιο
ἤσθιον· αὐτὰρ ὁ τοῖσιν ἀφείλετο νόστιμον ἦμαρ.
τῶν ἁμόθεν γε, θεά, θύγατερ Διός, εἰπὲ καὶ ἡμῖν.
πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν·
πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,
πολλὰ δ᾽ ὅ γ᾽ ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν,
ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων.
ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὣς ἑτάρους ἐρρύσατο, ἱέμενός περ·
αὐτῶν γὰρ σφετέρῃσιν ἀτασθαλίῃσιν ὄλοντο,
νήπιοι, οἳ κατὰ βοῦς Ὑπερίονος Ἠελίοιο
ἤσθιον· αὐτὰρ ὁ τοῖσιν ἀφείλετο νόστιμον ἦμαρ.
τῶν ἁμόθεν γε, θεά, θύγατερ Διός, εἰπὲ καὶ ἡμῖν.
Narrami,
o Musa, dell'eroe ricco di astuzia, che tanto
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare nell'animo suo,
per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo:
con la loro empietà si perdettero,
stolti, che mangiarono i buoi del Sole
Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno.
Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare nell'animo suo,
per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo:
con la loro empietà si perdettero,
stolti, che mangiarono i buoi del Sole
Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno.
Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.
Per la selezione dei testi e per la loro lettura si ringraziano i docenti e gli studenti del Liceo Statale "Ischia".
Il programma delle giornate:
Commenti
Posta un commento